A partire dal 1980 abbiamo assistito alle prime sperimentazioni d’uso della Canapa in edilizia , tuttavia la Canapa è una pianta millenaria e amica dell’uomo da sempre: infatti, è a tutti gli effetti una materia prima rinnovabile.
Le piante crescono tutto l’anno molto rapidamente: in soli tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta di un bosco in un anno, a parità di superficie.
La Canapa è formata da una corteccia esterna, costituita da fibre, e da una parte interna, il canapulo, costituito da una struttura lignea alveolare, un materiale molto leggero. Il canapulo, ridotto nelle diverse granulometrie, è il componente che viene maggiormente utilizzato in edilizia.
La coltivazione di Canapa determina forte assorbimento di CO2 dall’atmosfera: la rapida crescita della pianta la rende uno strumento di conversione di anidride carbonica in biomassa, fissandola permanentemente all’interno della fibra e del canapulo. La Canapa difende inoltre la biodiversità, migliora i terreni, favorisce la rotazione e la diversificazione delle colture, riduce i costi energetici, il consumo d’acqua e l’impegno lavorativo dell’agricoltore.
La Canapa, definita per le sue qualità, un materiale “carbon negative” risulta essere quindi un mezzo efficace per sequestrare l’anidride carbonica e legarla permanente del canapulo impiegato in prodotti sostenibili e rinnovabili per l’edilizia.